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lunedì 25 settembre 2017

Nikko

29 maggio 2016
domenica


Nikko, a due ore di treno da Tokyo, è sia una meraviglia di bellezze naturali, sia il luogo di insuperabili capolavori architettonici del Giappone. Fa parte del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1999. Il Santuario di Toshogu, completato nel 1636 e dedicato al fondatore dello shogunato dei Tokugawa, è il punto focale della città. La maggior parte degli edifici dei santuari, così come molti loro elementi, sono stati classificati Tesori nazionali o Importante patrimonio culturale.
 (fonte https://www.turismo-giappone.it/scoprire-il-giappone/destinazione/kanto/escursioni-nel-kanto/tochigi/nikko)


Da Tokyo abbiamo preso uno Shinkansen fino a Utsonomiya e qui siamo accolti da un plotone dell'ufficio del turismo che distribuisce mappe e orari dei treni per proseguire e per fare poi il viagio di ritorno. Che organizzazione ragazzi...

Tanta tanta roba a Nikko, dimenticherò sicuramente qualcosa.

Il Ponte Sacro, interamente laccato di vermiglio, forma un arco grazioso sul fiume Daiya-gawa. La sua raffinatezza contrasta con la natura selvaggia della gola. La leggenda vuole che l’eremita che fondò Nikko abbia attraversato il fiume portato da due serpenti, simboleggiati oggi dal ponte. In epoca feudale solo l’imperatore aveva il diritto di attraversare il ponte. Al di là di esso si apre l’intero sito di Toshogu, con un parco di 16000 cedri.

Per attraversare il ponte si paga un biglietto.... noi decidiamo di ammirarlo da lontano.



Tanta gente a Nikko (scemi noi che ci siamo andati di domenica!) e far foto senza persone è impossibile.




Tante scale a Nikko!




Ma che colori e che particolari a Nikko!





Molti templi erano in coperti e in restauro: qui bisogna tornare!

Facciamo anche in tempo a visitare la Villa Imperiale dove gli addetti sono particolarmente severi e mi "mangiano" perchè, per togliermi le scarpe, salgo con le stesse sul corridoio del sacro imperatore... Poi dimentico il cellulare su una panca e una signora mi rincorre per restituirlo.





Interni spogli, ordinati, Marie Kondo deve essere passata di qui...
Esterni curati, colorati, da stendere una coperta e rimanere a rilassarsi...

Cena in stazione a base di sushi, normale.








lunedì 10 aprile 2017

Folk Village


Lunedì 23 maggio

Anche stamattina la sveglia suona alle 6, ci aspetta un treno, anzi 2.
Da Kanazawa a Toyama e poi un "Wide View" fino a Takayama che permette di godere del panorama, sul Diario di Bordo mi son segnata: Pare di essere in Trentino.

Oggi visitiamo il Villaggio Folk di Hida no Sato.


E' la riproduzione di un villaggio popolare composto di una trentina di case su una superficie di 
99000 m2. Alcune sono considerate patrimonio culturale nazionale. Nelle case, disposte in modo da ricreare l’antico volto di Hida, ci sono oggetti della vita quotidiana che raccontano la vita dei villaggi di montagna




A me son piaciute tanto le bambole sarubobo (scimmiette),  mascotte della regione di Hida.
La tradizione vuole che queste bambole fossero confezionate dalle madri per le proprie figlie come amuleti per un felice matrimonio e un parto facile. Inoltre si crede che le sarubobo aiutino a prevenire malattie e incidenti

Io mi son trattenuta e ne ho presa solo una, piccolina, con campanellino, da appendere allo zaino.
 


Per pranzo abbiamo finito e andiamo a fare un giro a Takayama, molto carina.

(Capito perchè dico che è carina??)

Prendiamo in questo chioschetto degli spiedini di carne e lo "gnoccone ripieno"


        


Sì è una donna!


Visitiamo poi  il Tempio Sakurayama - Hachimangu dove una signora molto professionale (2 macchine foto piene di obiettivi) decide di farci delle foto con le nostre -schifide- digitali (evidentemente dopo aver visto io che fotografo lui e viceversa si è impietosita e ce ne ha fatte una serie in coppia)


Ah, stavo per dimenticarmi del Ginko Millenario, non ne ho scritto sul diario, ma per fortuna ho le foto!




Per cena rimaniamo vicino all'hotel, domani si parte (sigh!); mangiamo dell'ottimo sushi e sashimi per 5040  yen.






lunedì 13 marzo 2017

Matsumoto e una scoperta

Domenica 22 maggio

Altro treno preso all'alba,  destinazione Matsumoto,  dove arriviamo presto (ore 10)  al castello e non facciamo nemmeno coda.


Coda che si forma quando ormai  siamo in cima; sono carine anche le code qui!

E' una bella giornata di sole, calda giornata di sole! ma scesi dal castello ci fermiamo lostesso  a sentire un concerto di temburi organizzato all'interno del parco.




Matsumoto è detto il Castello del Corvo, ma per le strade della città si trovano solo rane!
Simbolo di portafortuna e naturalmente soggetto di Anime...


La via commerciale- Nawate Dori - è piena di negozi di souvenir, antiquariato e chioschetti di cibo


Mangiamo in un bar  "all'occidentale" un panino e una Cesar salad, con tanto di cuoco raffreddato (deve essere stagione qui...) che non pensa minimamente ad usare un fazzoletto.
Ritorniamo piano piano alla stazione e cerchiamo sulla mappa un altro posto dove fermarci, proprio a caso scegliamo Nagano.
Sul treno leggiamo un po' della sua storia e capiamo di aver scelto bene: qui si trova il bellissimo Zenko-ji

Già sulla via principale mi innamoro del posto:

 

Una delle principali attrazioni del tempio è la "Chiave del Paradiso": 
si scendeono degli scalini e procedendo a tastoni lungo una parete, nella più assoluta oscurità attraverso un corridoio lungo e stretto, si arriva a toccare questa chiave. Si dice che chi riesca a toccare questa chiave otterrà la salvezza e l'Illuminazione.


Noi l'abbiamo trovata e toccata (naturalmente si paga);  la parte più bella è procedere a tentoni non vedendo nulla e sentire i gridolini di chi ti precede!





Mi sei proprio piaciuta Nagano!



lunedì 21 novembre 2016

Miyajima

Giovedì 19 maggio 2016

Il diario cartaceo mi ricorda che siamo all'undicesimo giorno di viaggio e che il contapassi alla sera segnava 20.170!

Oggi prendiamo uno Shinkansen e un battello per entrare in una cartolina....




C'è molta gente in giro, ma si gira bene, non ci sono code, i cervi si fanno fotografare tranquilli; come a Nara girano liberi per l'isola, saranno anche felici?







(L'ingresso al tempio naturalmente si paga)

"Miyajima" in giapponese significa "santuario-isola". Il santuario è noto in tutto il mondo per il suo torii rosso immerso nell'oceano.
Il santuario e il suo torii sono unici per essere costruiti sull'acqua, apparentemente galleggianti nel mare durante l'alta marea. Il complesso del santuario è costituito da diversi edifici, tra cui una sala di preghiera, una sala principale e un palco di teatro noh, che sono collegati tra loro da passerelle e sono tutti supportati da pilastri al di sopra del mare.


A 500 metri sul livello del mare, il Monte Misen è la vetta più alta sull'isola di Miyajima. Nelle giornate limpide, si può avere una vista spettacolare sul mare interno di Seto e su Hiroshima. Ci sono anche una serie di strutture buddiste vicino alla vetta. Una funivia conduce in cima alla montagna dalla città, ma è anche possibile salire a piedi.

Funivia? 
Se c'è un a funivia dobbiamo prenderla!



(ecco, oggi non è una giornata limpida...)




Per pranzo ci buttiamo su dell'ottimo cibo da strada: spiedini!
Buonissimo il mio Spring Type: pesce, cipolla e zenzero verde... mi viene l'acquolina a ripensarci!


Anche i dolcetti sono buonissimi: a forma di foglia di acero sono ripieni di quello che preferisci... fagioli rossi, crema, cioccolato... (e noi li abbiamo provati quasi tutti ^_^)


Al pomeriggio cala la marea e ci si può avvicinare all'Otorii


(no, io non mi volevo sporcare le scarpe e non sono scesa...)

Abbiamo fatto abbastanza presto e sulla strada del ritorno ci fermiamo a Fukuyama per visitare il Castello che praticamente confina con la stazione...

E' stato distrutto nel 1945 e poi ricostruito; l'interno è molto moderno e per la prima volta possiamo tenerci le scarpe durante la visita.                   

                      




Menzione speciale al caffè in lattina preso sul battello - da un distributore automatico-  uno dei più buoni bevuti in Giappone (altro che Starbucks!)